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Stress e difficoltà lavorative

Lo sviluppo tecnologico si pensava avrebbe ridotto, in termini di tempo e di severità, il logorio dell’uomo nel mondo lavorativo. Non sembra essere stato così, ed anzi oggigiorno assistiamo a una crescita importante di precarizzazione e competitività, insieme ad una maggiore complessità organizzativa, che possono generare nelle persone, non raramente, un disagio nella propria quotidianità a causa delle difficoltà lavorative estese, con ripercussioni significative nella sfera privata e sociale, arrivando a generare perfino situazioni di burnout.

 

Migliorare, con il supporto di uno Psicologo, la propria gestione del tempo, le proprie capacità organizzative e di pianificazione, il proprio stile di assertività, nonché le proprie competenze relazionali può favorire una migliore gestione dello stress in ambito lavorativo.
In alcuni casi, inoltre, le competenze dello Psicologo possono facilitare nel soggetto il riconoscimento dei propri limiti e delle proprie risorse come pure i segnali che potrebbero indicare il rischio burnout.

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Cos’è il burnout

Il burnout, parola di origine anglosassone che letteralmente significa esaurimento, crollo o surriscaldamento, dà chiaramente l’idea di ciò di cui si sta parlando, ovvero una condizione di stress. Stress quindi inserito in un contesto lavorativo e/o derivante da esso, che determina un logorio psicofisico ed emotivo, con vissuti di demotivazione, di delusione e disinteresse con concrete conseguenze nella realtà lavorativa, personale e sociale dell’individuo. La sindrome del burnout venne inizialmente associata alle professioni sanitarie e assistenziali, per poi essere riconosciuta come associata a qualsiasi contesto lavorativo con alte condizioni stressanti e pressanti come ad esempio posizioni di grande responsabilità lavorativa.

 

Lo stress provoca conseguenze a livello globale del funzionamento dell’organismo, ed è facilmente intuibile a quanti e quali livelli possa manifestarsi il burnout:

  • Livello Cognitivo/Emotivo: distacco emotivo, trascuratezza degli affetti e delle relazioni sociali, importanza eccessiva data al lavoro, demotivazione a lavoro, difficoltà di concentrazione, irritabilità e senso di colpa.

  • Livello Comportamentale: aggressività, abuso di alcool e sostanze, mancanza di iniziativa, assenteismo.

  • Livello Fisico: emicrania, sintomi respiratori, insonnia, inappetenza, disturbi intestinali, senso di debolezza.

 

Ma cosa causa il burnout?

Le cause possono essere individuate sia a livello individuale, come un eccessivo bisogno di affermazione lavorativa a discapito della propria vita privata e personale, che a livello organizzativo, quali ad esempio eccessive richieste a livello lavorativo o lavoro monotono e scarsamente ricompensato nonché conflitti con colleghi e/o superiori.

Ciò che è anche importante considerare è il danno collaterale che il burnout provoca, infatti chi è a contatto con un operatore o lavoratore eccessivamente stressato ne subisce certamente le conseguenze. Basti pensare a chi svolge ruoli assistenziali e di supporto in ambito sanitario ed è a contatto con pazienti con patologie gravi come i malati oncologici, ai quali è richiesta una particolare attenzione e cura. Le conseguenze possono quindi essere molto serie e, se il problema non viene affrontato, è facile che si incorra in soluzioni risolutorie più facilmente accessibili, come l’abuso di sostanze o attività poco salutari come il gioco d’azzardo, che potrebbero aggravare maggiormente la situazione.

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