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Marianna Pezzuto

Cosa sono le emozioni e perché sono importanti nell’infanzia

Aggiornamento: 7 gen 2020


Le emozioni costituiscono una componente importantissima della vita umana e sono parte integrante dell’esistenza.

Senza emozioni saremo dei calcolatori elettronici, dei computer, alla stregua di una qualsiasi macchina.

  • Ma che cos'è un’emozione?

Tutti noi, grazie ai nostri vissuti, sappiamo o meglio intuiamo in cosa consiste un’emozione, ma nel momento in cui si cerca di darle una definizione concreta, questa si rivela essere molto complessa, e per alcuni studiosi addirittura impossibile.

Le definizioni riportate per la psicologia in letteratura sono molte: alcune pongono l’accento sugli aspetti cognitivi, altre su quelli espressivi, motivazionali, sociali o culturali. In generale un’emozione è caratterizzata da un’esperienza di piacere o di dolore, accompagnata da un’elaborazione cognitiva, da un’attivazione fisiologica e da una disposizione comportamentale.

L’emozione è uno stato affettivo di forte intensità e breve durata. Le emozioni hanno complessità e sfumature differenti, condizionate oltre che dall'individuo stesso, dal contesto ambientale e sociale in cui vive.

Imparare a conoscere e a gestire le emozioni proprie e degli altri, aiuta a non averne paura e a viverle appieno. Soffocare le emozioni negative, col passare del tempo, anestetizza anche quelle positive.

Per vivere bene con le nostre emozioni, per poterle gestire e quando necessario controllarle, dobbiamo prima di tutto imparare a riconoscerle e ad accettarle fin da piccoli.

Un bambino, per imparare a gestire le proprie emozioni, deve progressivamente acquisire e sviluppare adeguate competenze quali: consapevolezza riguardo la propria condizione emotiva, la capacità di riconoscere le emozioni degli altri (empatia) e la capacità di far fronte ad emozioni negative.

Lo sviluppo emotivo inizia fin dalla nascita, recenti ricerche, confermano tra l’altro, che già nel grembo materno il feto può percepire le emozioni della madre.

A partire dalla nascita, genitori e bambino impareranno a riconoscere reciprocamente le emozioni dell’altro, condizione necessaria per la crescita emotiva e relazionale del bambino.

Un bambino con una competenza emotiva, può meglio riconoscere le emozioni degli altri e codificarle al fine di trovare il modo migliore per rapportarsi con loro.

A circa 7 mesi un bambino può percepire efficacemente le espressioni del viso e le diverse tonalità della voce degli altri e reagire a queste di conseguenza.

Attraverso il riferimento sociale (social referring), dopo l’anno di età, l’espressione della madre assume un carattere comunicativo e orienta il comportamento del bambino.

Prima dei 9-10 mesi, il piccolo reagisce al contatto con oggetti o persone soltanto in base all’effetto che tali stimoli esercitano su di lui. La ricerca di riferimento sociale, invece, spinge il bambino a cercare i segnali della persona di riferimento prima di agire, in modo da essere aiutato a valutare la situazione, specie quando è ambigua o nuova.

Il fenomeno del riferimento sociale agisce anche nel contatto con persone estranee: se la mamma non è amichevole con l’estraneo, i bambini di 15 mesi hanno reazioni più negative.

Infine, il riferimento sociale ha un carattere selettivo, perché il bambino considera persone di riferimento soltanto gli adulti per lui significativi.

L’affetto e le attenzioni da parte dei genitori in questa fase della vita rappresentano quindi degli strumenti davvero importanti per rassicurare i bambini.

  • I bambini possono imparare a gestire le proprie emozioni attraverso il gioco!

Il gioco per il bambino non è una semplice attività divertente, ma un vero e proprio strumento di apprendimento. Sono particolarmente adatti nella gestione delle emozioni, giochi che rilassano il bambino e che gli permettono di sdraiarsi o sedersi ad ascoltare con calma il proprio respiro (permettendo loro di rilassarsi autonomamente).

Ad esempio i bambini si rilassano molto ad ascoltare le favole. Favole e storie che sono anche un’occasione per raccontare le emozioni in modo creativo. In molte storie per bambini sono presenti emozioni quali tristezza e paura; ecco allora un motivo in più per scegliere la lettura delle fiabe ad alta voce come momento per imparare ad esprimere queste emozioni complesse.

Per aiutare i bambini a vivere le loro emozioni, è importante fare in modo che la “casa” e la famiglia siano un luogo in cui sentirsi al sicuro, tanto da poter esprimere le proprie emozioni senza reprimerle e senza la paura di essere giudicati o rifiutati.

Parlare apertamente e prendersi cura l’uno dell’altro con gesti d’affetto, mantenendo un atteggiamento amorevole e di comprensione quando ci si rivolge ai bambini nella vita quotidiana fa si che il bambino si senta sicuro e libero di esprimersi.

Quando i bambini si comportano male è importante far comprendere loro che le loro azioni sono state scorrette senza mettere in pericolo la loro autostima, evitando di far nascere in loro il dubbio di non essere amati.

Abituare i bambini al rispetto per gli altri, indirizzandoli a rimediare agli errori commessi, dedicandogli tempo ed interesse, li aiuterà ad affrontare le sfide che ogni giorno gli si presenteranno.

I bambini che percepiscono genitori comprensivi ed interessati alla loro vita, non hanno bisogno di recitare e fare scena per attirare la loro attenzione.

L’“allenamento” alle emozioni, permette ai bambini fin da piccoli di esser in grado di calmarsi e rilassarsi anche da soli in condizioni di stress.

Il legame emozionale tra genitori e figli è di fondamentale importanza per la vita emotiva, cognitiva e relazionale del bambino prima e dell’adolescente dopo.

 

Bibliografia

GOTTMAN J., DECLAIRE J. 2015. Intelligenza emotiva per un figlio. Una guida per i genitori. - Rizzoli ed..

SROUFE L.A. 2000. Lo sviluppo delle emozioni. I primi anni di vita. - Milano. Raffaello Cortina ed..

CAMAIONI L., DI BLASIO P. 2007. Psicologia dello sviluppo. - il Mulino ed..

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